La costruzione della periferia. Napoli, 1945-1986
immagini: 59 b/n
Il volume affronta la costruzione della periferia napoletana nel dopoguerra, inquadrandola nel più vasto Piano di costruzione delle periferie della città del Novecento che sono state luoghi di criticità, di riscatto, di sperimentazione. La loro nascita non è omogenea e si sviluppa secondo contraddittori percorsi in cui i campi del sociale, dell’economia e dell’abitare si saldano e, in tanti casi, si contrappongono fra loro in maniera anche conflittuale. In Italia la nascita delle periferie può essere fatta coincidere con il Programma di Ricostruzione lanciato all’indomani della conclusione del Secondo conflitto mondiale. Il 1945 segna la fine e l’inizio: la vita riparte, molti interventi si realizzano già sulle macerie della guerra mentre si annunciano le scelte per una “nuova” architettura che avrebbe dovuto favorire la comunicazione fra le persone. “Comunità” e stata una parola chiave, anche in aderenza al movimento promosso da Adriano Olivetti nella prospettiva utopica di una radicale riforma del sistema politico. Dal Piano Fanfani e dall’INA-Casa, le fasi dell’edilizia pubblica si susseguono come espressione di una ricerca sull’abitare che trasmette impulsi nelle nuove forme di razionalità dopo la parentesi del neo-realismo in architettura.