La civiltà architettonica e le città del Barocco

Due saggi di un piccolo classico, ancora particolarmente utili e attuali per una visione delle città del Barocco. Un excursus per comprendere la complessa tematica fin dalle origini del termi­ne “barocco” alle sue declinazioni nel rapporto tra architettura e città. Gli autori affrontano i nodi storiografici e metodologici essenziali alla lettura della città artistica barocca.

Recensione a cura di Roberto Gamba, Costruire in laterizio, n.188, aprile 2022

Storia delle trasformazioni urbane

Il libro si compone di tre parti complementari e utili a rendere attuale l’assunto tematico, indicato nel titolo. Si apre con una presentazione scritta nel 1993 in cui de Seta, professore emerito all’Università di Napoli, descrive l’amicizia che lo ha legato al collega Blunt (noto storico inglese dell’arte) e la rivelazione della sua attività spionistica per l’Unione Sovietica, ai tempi della guerra contro Hitler. Segue la riproposizione di un saggio di Blunt del 1972, tenuto presso la British Academy “Sull’uso e abuso di Barocco e Rococò in Architettura” e il loro manifestarsi in Italia, Europa e extra-Europa; infine con le considerazioni di de Seta che definisce l’evolversi del disegno urbano della città barocca, identificandone le fasi e i caratteri, il suo essere organizzatrice dell’impianto espansivo a differenza delle città ellenica e medioevale; il suo avere fondamento in un nuovo sistema spaziale interpretato prospetticamente. A tali considerazioni l’autore giunge analizzando la Roma di Sisto V, quella di Bernini, la Parigi di Colbert, Torino e Stupinigi, Versailles, le città dell’area danubiana, Vienna, proponendo una lettura della storia e delle trasformazioni urbane, attraverso le regole, le azioni umane e ideali che le hanno determinate.