Architettura sacra in Italia
con un saggio di Bruno Forte e una lezione di Luigi Cosenza
collana: storia
Il volume, che è accompagnato da due scritti di Bruno Forte e Luigi Cosenza, affronta le ragioni complesse all’origine della civiltà architettonica in Italia che il Cristianesimo rifondò ispirandosi a valori spirituali ed etici del tutto diversi da quelli del mondo antico. Una diversità che si rileva in modo particolare attraverso le diverse tipologie edilizie rappresentate nei nuovi edifici di culto. L’autore compie un vasto excursus e suggerisce al lettore un viaggio ideale nelle architetture sacre in Italia che maggiormente hanno interessato i suoi studi, le sue esperienze e le sue scelte libere, per il loro carattere fondante e ineludibile nella storia dell’architettura cristiana presente in Italia: dall’architettura paleocristiana alle espressioni della civiltà medievale romanica e gotica, dal Rinascimento al Barocco fino a pervenire all’architettura della modernità. In questa piacevole e colta passeggiata Cesare de Seta ha ben presente la testimonianza di fede che questi edifici portano in sé, come ben ricordato nella prefazione. Le architetture sacre presenti nel volume costituiscono una selezione di libera scelta dell’autore tra mondi e civiltà diverse, tra identità stilistiche non omogenee, tra momenti fortemente pervasi da una spiritualità che si evolve nel tempo e trova la sua espressione nell’architettura.
Recensione di Ugo Leone
Se mi è consentito cominciare una riflessione sul libro di Cesare de Seta “Architettura sacra in Italia” con un’affermazione apparentemente elementare, dico subito che è molto bello.
Può sembrare un approccio, come dicevo, elementare e di semplicistica portata per un autore come de Seta che da decenni offre spunti e contenuti di approfondite riflessioni. Ma questo libro poiché innanzitutto si sfoglia, vedendo foto, disegni e piante di una trentina di chiese, si lascia immediatamente definire così: è bello. E bella è la qualità editoriale delle Edizioni CLEAN.
Detto questo è importante che non passino in second’ordine gli importanti contenuti che accompagnano la scelta delle chiese che sono tappe dell’ideale viaggio di de Seta. Viaggio al quale de Seta associa due importanti compagni (di viaggio, si intende) quali Bruno Forte e Luigi Cosenza. Il primo, arcivescovo di Chieti, riflette, e invita a riflettere sullo spazio liturgico nel tempio cristiano, ricordando, fra l’altro, che “Nella concezione ebraico-cristiana spazio sacro è quello capace di evocare e invocare la bellezza di Dio, soglia per un’inesauribile e sempre nuova trasgressione simbolica dal tempo all’Eterno, frammento in cui il Tutto si offre e rende possibile l’altrimenti impossibile passaggio dal linguaggio cifrato delle forme del mondo a quello silenzioso e indicibile della forma celeste”. Cosenza in una lunga lezione tenuta nel 1955 alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli, comincia col datare la nascita dell’architettura religiosa. E ricorda che questa architettura “appare storicamente sotto Costantino il Grande; nei tre secoli precedenti venivano utilizzati in parte provvisoriamente locali come sinagoghe o case private per le riunioni e le funzioni religiose”. Da allora, poi, il grande sviluppo che Cosenza ci fa seguire con riguardo alle forme, all’uso dei materiali, al valore anche estetico di questa forma di architettura. Naturalmente soprattutto in Italia che non è solo Paese ricco di storia, il più ricco d’Europa, ma è, anche per questo, ricco dei prodotti della cultura materiale nella quale le “chiese” hanno lasciato tracce indelebili: dai templi precristiani alle basiliche paleocristiane sino ad oggi, secolo dopo secolo.
È in questo contesto che si svolge il viaggio, questa “piacevole e colta passeggiata”, di de Seta. Con l’obiettivo dichiarato di “condure il lettore alla ricerca di quelli che –per studio, scelta ed esperienza personale- considero dei momento focali fondanti e ineludibili dell’architettura cristiana costruita in Italia”. Senza trascurare “la testimonianza di fede che tali monumenti hanno assunto”.
Risultato raggiunto? Direi proprio di sì e mi rifaccio al commento di Bruno Forte secondo il quale “il risultato raggiunto è mirabile: con la competenza profonda e semplice del Maestro, l’Autore aiuta a leggere gli spazi dell’architettura sacra come un vero e proprio linguaggio, decodificando il cammino della fede che vi si esprime fino a mostrare come ‘l’organizzazione di questi spazi è un lungo percorso alla cui fine si perviene alla conoscenza e alla verità di Dio fatto uomo. Lì, nel centro, c’è la luce e la verità’ “.
Ma quali sono, da Nord a Sud, le tappe di questo viaggio?
Per saperlo bisogna avere tra le mani il libro, sfogliarlo, guardarlo e compiacersi di quello che si vede, si legge, si impara.
Posso dire solo che il viaggio non poteva non cominciare da Roma. Da qui va al resto d’Italia con scelte personali, naturalmente, in parte sorprendenti, ma tutte condivisibili, sino ad arrivare ai cronologicamente più vicini ai giorni nostri Giovanni Michelucci, Mario Botta e Renzo Piano.
E Napoli? La città e stracolma di chiese. La scelta, insieme con la cappella di San Gennaro nel Duomo, è quella per la quale sono particolarmente riconoscente a de Seta: la Chiesa di Santa Maria della Sanità.