Oswald Mathias Ungers, l’Uno e il Molteplice
Di fronte a una tendenza che spinge il progetto in una dimensione sempre più tecnica, che lo vuole da un lato sciolto nella liquidità dei sistemi digitali, dall’altro funzionale a stringenti logiche di mercato, così che si configuri come “prodotto”, destinato a rispondere a una domanda complessa e diversificata, lalezione di un Maestro dell’architettura come O.M. Ungers risulta quanto mai attuale. I Maestri sono tali proprio perché il loro esempio ha un valore che supera le contingenze del momento e l’opera e il pensiero di Ungers offrono oggi l’opportunità di riflettere sugli sviluppi dell’architettura, indicando alternative utili all’interno dell’attuale dibattito. Ungers è stata una delle personalità che hanno maggiormente influenzato lo scenario architettonico del dopoguerra, ormai indebolito nel suo intento di rinnovamento radicale della società. A tale tendenza Ungers reagì rivendicando l’autonomia dell’architettura quale sapere specifico: l’architettura non è soltanto un servizio, essa è piuttosto una disciplina autonoma, capace di agire al di fuori dei meccanismi che governano la realtà, con l’indipendenza propria ai processi creativi, guadagnando il proprio spazio e ruolo all’interno dell’arte del costruire (baukunst).